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CALCIO ESTERO – La favola (non a lieto fine) dell’Anzhi

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Doveva essere la nuova superpotenza del calcio europeo, oggi è ad un passo dal baratro: quando i soldi non sono tutto …

 

Era l’estate 2011, poco più di 2 anni fa, quando lo sconosciuto Anzhi fece irruzione nel salotto del calcio che conta.

Questo anonimo club di Makhachkala, capitale del Dagestan, era finito nella mani del ricco magnate russo Suleiman Kerimov, che sognava una squadra da urlo.

E così fu all’inizio: approfittò della crisi economica dell’Inter post triplete, e da Milano si portò via il bomber Samuel Eto’o, con un contratto miliardario mai visto prima (20 milioni di euro annui).

Firmò Roberto Carlos (ex Real Madrid), in panchina si affidò al guru Guus Hiddink, poi comprò le stelle Jucilei (Corinthians), Zhirkov (Chelsea), quindi Denisov, Diarra, Samba, Willian e Kokorin, spendendo oltre 80 milioni.

Nonostante i grossi investimenti, però, la squadra in Europa non sfondò granchè: bene in Russian Premier League, anonima fuori confine.

Poi, lo scorso agosto, un affare di lavoro andato a male fece saltare il piano economico del patron Kerimov: a corto di soldi (già, proprio lui…), ordinò un netto taglio di costi per l’Anzhi.

Ne parlammo già a Sportincondotta.it (CLICCA QUI), e così fu smobilitazione.

Eto’o e Willian partirono per Londra, direzione Chelsea, per gli altri si trovarono soluzioni in poche settimane: e la rosa si impoverì improvvisamente.

Eppure quest’anno le cose hanno subito un’insolito cambio, con l’Anzhi ancora in corsa per l’Europa League (si è qualificata brillantemente per i sedicesimi di finale), ma ormai condannato in campionato, dove è ultimo in classifica con 8 punti e 0 vittorie all’attivo.

A gennaio partiranno le ultime stelle rimaste, ovvero Jucilei ed il bomber Traorè: e la Serie B russa diventerà una durissima realtà, con l’anonimato pronto a tornare padrone a Makhachkala.

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