SPORT IN CONDOTTA

LA VOCE DELLA PASSIONE

Interviste – Daniela Scalia ci porta nel mondo dell’Orules

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La giornalista è una degli elementi più attivi di questo sport, derivato del Football australiano: “Paghiamo la confusione con altri sport e le ricerche approsimative su Youtube. Ma ci stiamo lavorando”.

 

L’evoluzione professionale di Daniela Scalia non è cosa da poco: inizia come giornalista di volley scrivendo per “La Gazzetta dello Sport”, passa al calcio e segue le vicende di Hellas e Chievo Verona, poi si da alla televisione tra Sportitalia ed Eurosport dove sboccia definitivamente l’amore per la palla ovale (Total Rugby e Si Rugby sono trasmissione tutt’oggi storiche per il movimento).

In questa intervista per Sport In Condotta.it ecco la Scalia completamente dedicata al mondo del Football Orules, di cui andiamo ad approfondire la conoscenza.

Hai iniziato col volley per finire col football: come mai questo salto?
“In realtà tra il volley e l’Orules ci sono stati molti anni di inattività. Il volley mi piace ancora, ma mi aveva lasciata con le ginocchia in disordine e, peggio ancora, con l’idea di essere poco portata per lo sport agonistico. A volte sbagliando si crede che poco adatta ad uno sport voglia dire poco adatta a tutti gli sport. Lavorando nel rugby insieme a Luca Tramontin mi è scoppiata una passione folle, quindi ho deciso di giocare all’unica forma “full contact” di palla ovale che si possa iniziare da adulti. Il rugby me lo ha sconsigliato Luca, con dispiacere ma con ragione: se non inizi da piccolo meglio lasciar stare, l’Orules puoi iniziarlo quando vuoi”.

Hai provato anche tanti altri sport diversi e particolari, come hockey e cricket: parlaci di queste esperienze.
“Luca ha questa abitudine: vuole sempre giocare gli sport che commenta, e io credo sia uno stile di vita onesto e dinamico. Ovviamente lo interpreto a maniera mia, spero di essere molto più  prudente e ragionevole di lui (non ci vuole molto), ma con le dovute cautele mi diverto a provare. Lo sport fisso, diciamo quello del campionato e delle partite è l’Orules, il Cricket lo gioco sempre, quando posso e l’Hockey purtroppo meno. Conducendo Esp-Hockey, mi viene una voglia matta di riprovare, andiamo spesso a vedere gli allenamenti, e i giocatori quando sono stanchi mi dicono “hey vieni giu al mio posto”. orules_scalia_giornalista

Nel 2011 inizia l’avventura Orules: puoi spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta?
“Sostanzialmente è Football Australiano, quello che si vede su Eurosport, ma giocato su campi piu’ piccoli, a numero ridotto. Il Football Australiano, o Aussie Rules, è una versione semplificata e più aerobica del Rugby che risale a fine ‘800, l’Orules contiene qualche piccola ulteriore semplificazione. Per farla breve, si passa avanti o indietro, si colpisce la palla con un pugno o al volo o con un calcio, quando sei placcato devi liberare il pallone entro 2 secondi altrimenti l’avversario guadagna un free kick. Niente mischie e raggruppamenti, cambi liberi stile hockey, palle volanti e prese stile basket, calci lunghi e improvvisazione.”

Cosa c’è da migliorare ad oggi nel movimento? 
“Vogliamo ampliarci ancora, tra disabili, femminile e maschile siamo a 8 squadre. Non cambierei niente ma amplierei tutto, adesso abbiamo un Direttore Generale, Gianluca Rasoli, che sta da dando un’impronta molto seria pur mantenendo un’alta accoglienza e un atmosfera di cui tutti si innamorano. Siamo anche contenti della nostra linea “Respect or Leave”, il nostro codice di comportamento è rigoroso, ma la cosa bella è che, una volta eliminati un po’ di malintesi iniziali, tutto viene spontaneo. Avversari che applaudono, errori arbitrali presi col sorriso, dormire a cassa degli avversari… tutto normale per noi.  Se a qualcuno fa ridere siamo contenti che rida”.

Quale è la vostra strategia per ampliare la conoscenza del vostro sport?
“Dobbiamo liberarci dell’idea di sport ad alto infortunio. Da noi sono rarissimi anche se si placca molto. Ci sono quelle 3 regole che permettono questo apparente paradosso: tanto contatto e poca infermeria. Per il resto basta che ci vedano. Poi inizia la sfilza dei “Ah ma non credevo fosse cosi”, ” E io che temevo che ” etc. etc. etc. Paghiamo la confusione con gli altri sport e le ricerche approssimative su youtube ma ci stiamo lavorando. Certo che non avere un programma di palla ovale ci rallenta molto. Molti ci chiedono come mai ma preferiamo non rispondere, al momento stiamo lavorando con Hockey di ogni tipo, soprattutto in Svizzera, Cricket e tra un po’ pallanuoto”.

Quale sarebbe lo spot migliore, o uno slogan, per convincere la gente a seguire Orules? 
“Gioco contro mia sorella Claudia, e a fine partita e terzo tempo siamo ancora più sorelle. (Claudia è il capitano delle Verona Happys ndr.) Un’altro spot sarebbe la scena di me che arbitro e espello Luca per placcaggio scorretto. E’ successo davvero. Da noi tutti vogliono arbitrare perchè sentono quel rispetto che ormai anche negli sport più nobili è a rischio”.

Daniela Scalia ha un sogno nel cassetto?
“E’ stato nel cassetto a lungo ma lo sto estraendo: sta per partire la Serie Televisiva Sport Crime, purtroppo non in Italia, o meglio, ci arriverà come prodotto straniero.  Non so se chiamarlo sogno o lavoro: scrivere e produrre una serie Tv con storie di sport per il grande pubblico. Troppo grande, non ci stava dentro al cassetto”.

 

 

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