Interviste – Sporting Adda, parla Antonio Caccia: “Questo gruppo come una grande famiglia”
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Il centrocampista dello Sporting Adda Bottanuco, formazione che milita nel campionato di Promozione, si racconta a Sport In Condotta.it: tra scelte importanti e sogni per il futuro.
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L’impegno di dare risalto e visibilità a tutti resta intatto, ed ecco l’appuntamento con la società dello Sporting Adda Bottanuco, formazione della bergamasca che milita nel campionato di Promozione Girone D.
Abbiamo interpellato Antonio Caccia, centrocampista classe 1990, che ci ha parlato della sua esperienza nella società.
Innanzitutto raccontaci in breve chi sei.
“Ho 22 anni, abito a Trezzo sull’Adda, ho fatto le scuole medie e superiori a Treviglio dai Salesiani e mi sono diplomato al Liceo Scientifico, il 23 Aprile 2013 mi sono laureato in Infermieristica presso l’Università degli studi di Milano Bicocca ed ora lavoro al Centro Medico Torri Bianche a Vimercate, prevalentemente nell’Ambulatorio di Medicina dello Sport. L’anno prossimo ho intenzione di fare il master wound care sempre dell’Unviersità Bicocca. Gioco a calcio da quando ho 7 anni e adoro fare sport! Sono appassionato di Musica e da un anno per hobby faccio il Dj”.
A chi ti ispiri calcisticamente?
“Sinceramente non mi ispiro a nessun calciatore in particolare”.
La passione quando entri in campo, è ancora la stessa che avevi da piccolo?
“Si, la passione che metto in campo è rimasta uguale a quella che avevo da piccolo; mi incavolo se sbaglio un passaggio o un gol, parlo sempre per avere la palla o per dare un consiglio o fare un’osservazione ad un mio compagno, sono molto espansivo anche in campo e spesso questo dà fastidio ma una volta che i miei compagni hanno capito come sono e che lo faccio in positivo, per migliorare, allora mi sopportano un pò di più. La grinta che avevo da piccolino mi accompagna ancora oggi e cerco sempre di impegnarmi al massimo e di divertirmi, sempre, in partita, in allenamento e anche quando si fanno partitelle tra amici”.
Come si è sviluppata la tua carriera fin qui?
“Ho iniziato nella squadra dell’oratorio CSI con gli amici e abbiamo vinto qualche campionato. A 12 anni, con lo stesso gruppo di amici, ci siamo spostati nell’ A.S.Grezzago dove sono rimasto fino a 17 anni quando ho esordito in Prima squadra in Terza Categoria segnando un gol. L’anno seguente sono stato prelevato dall’ A.S.D. Olimpic Trezzanese per andare a far parte della rosa in Pirma Categoria. Ho disputato un gran campionato facendo gol e molti assist, siamo arrivati in zona play off. L’anno dopo non è andata cosi bene e per divergenze con la società, a Dicembre, ho voluto cambiare aria e sono andato alla Di.Po Vimercatese potendomi solo allenare fino a fine campionato sempre per divergenze societarie con l’Olimpic Trezzanese. A fine stagione sono approdato alla Di.Po. e dopo un inizio burrascoso tra infortuni ,e il cambio della guida tecnica a metà anno, sono riuscito a trovare spazio, anche in ruoli che non sono abituato a ricoprire come il terzino, e come gruppo abbiamo fatto una rimonta pazzesca da 8 punti a Dicembre a 44 punti alla fine della stagione, merito di un lavoro duro fisico e mentale dello staff e della squadra che ha dato i suoi frutti. Abbiamo conquistato la salvezza a 2 giornate dalla fine, ed è stato come aver vinto il campionato”.
Come si è concretizzato il tuo passaggio allo Sporting Adda Bottanuco?
“Forte della bella esperienza Vimercatese avevo voglia di togliermi nuove soddisfazioni, mi si è presentata l’opportunità di trasferirmi allo Sporting Adda Bottanuco grazie al direttore generale del settore giovanile, Caroppi, che già avevo in passato a Trezzano e a Vimercate. Non è stata una scelta facile perchè a Vimercate mi ero trovato molto bene,società coerente, con persone disponibili e oneste come il DS Corradini e il resto dello staff e le prospettive per l’anno futuro erano davvero buone,si puntava ad un campionato di vertice forti anche della coesione del gruppo che si era creata l’anno prima. Con i compagni mi ero trovato benissimo e ci trovavamo spesso anche al di fuori del campo d’allenamento. Ma alla fine la voglia di trovare nuovi stimoli, di correre su campi alla inglese come quelli della Bergamasca, e di fare un campionato quasi interamente composto da squadre Bergamasche ha prevalso e allora ho maturato la decisione del trasferimento a Bottanuco”.
Parlando dell’ultima stagione, che bilancio personale e di squadra ti senti di dare?
“Personalmente sono stato entusiasta della mia stagione. Sono stato benissimo fisicamente, ho corso molto e non ho patito la stanchezza come gli anni precedenti, soprattutto nei mesi freddi dove ho maggiori difficoltà. ho giocato quasi sempre ma non ho segnato molto (6 gol in campionato e 1 in coppa Lombardia),e ho fatto qualche assist. Ho legato molto con i compagni e con lo staff e sono felice di giocare ancora in questa società. Siamo partiti con dei ritmi elevatissimi in preparazione, il mister Roncalli ci ha fatto faticare molto, non avevo mai corso cosi tanto, e quando abbiamo iniziato a carburare e le gambe si sono liberate della fatica dei primi mesi, Novembre e Dicembre andavamo alla grande. Abbiamo finito il girone di andata secondi a meno 2 punti dalla capolista, ovvero il Brembate Sopra. Nel girone di ritorno abbiamo fatto delle ottime prestazioni battendo in 2 domeniche consecutive la prima in classifica e la seconda in classifica salvo poi perderci in alcune partite che hanno messo in discussione la possibile leadership nel girone. Comunque siamo arrivati a giocarci la vittoria del campionato nelle prime 3 posizioni e in pochi punti di distacco dalla prima e dalla seconda in classifica”.
Qual’è stato il momento più difficile?
“Nella settimana della finale playoff del girone, purtroppo, è stato esonerato il nostro mister ma la squadra ha reagito nel migliore dei modi mantenendo la calma anche grazie al lavoro psicologico di mister Rota, subentrato al posto di Roncalli alla guida della squadra. La tensione era molta anche perchè giocavamo contro il Bonate 1951, squadra ostica con cui c’erano state due partite cariche di agonismo durante la stagione. Giocavamo in trasferta e agli avversari bastava un pareggio per vincere la partita. Abbiamo avuto varie occasioni e alla fine siamo riusciti a segnare su rigore con Agazzi, giocatore di grande esperienza e talento, uno dei veterani della squadra”.
E poi…..
“Vinta la prima finale ci attendeva la seconda e più importante finale per poter finalmente essere promossi. L’avversario era l’A.S.Calvairate, squadra del milanese. Abbiamo saputo mantenere la giusta concentrazione durante gli allenamenti, convinti di poter riuscire a vincere la partita se fossimo riusciti a stare calmi, fare il nostro gioco e prendere le misure agli avversari, senza aver fretta di segnare. Sono partito titolare anche nella seconda finale e per me è stata una forte emozione. Sono riuscito a gestire la tensione e quando sono entrato in campo ho cercato di divertirmi e di godermi il momento senza farmi troppe paranoie, cercando di giocare in tranquillità. Nel primo tempo abbiamo avuto più occasioni noi degli avversari ma nessuna delle due formazioni è riuscita a sfruttarle a dovere; siamo riusciti pian piano a prendere le misure al Calvairate. Nel secondo tempo la nostra condizione fisica era ancora molto buona mentre gli avversari sono calati. Siamo passati in vantaggio al 7′ della ripresa, con una bella azione sulla sinistra che sono riuscito a finalizzare, è stata l’emozione calcistica più grande! Non ho capito più niente ma sono andato ad abbracciare A.Locatelli e gli altri compagni in panchina perchè volevo condividere con loro quella gioia, frutto del lavoro duro di un anno e dell’amicizia che è nata nel corso della stagione. Sbloccata la partita abbiamo dominato per il resto del secondo tempo con occasioni da goal che siamo riusciti a concretizzare grazie all’onnipresente Agazzi che ha firmato il 2-0, e a D.Locatelli che ha chiuso la partita con il 3-0 togliendosi una grandissima soddisfazione dopo aver giocato pochissimo durante la stagione a causa di continui infortuni. Al triplice fischio sono iniziati i meritati festeggiamenti e sono stati momenti bellissimi, la promozione è stata il giusto coronamento di una stagione disputata sempre con impegno, con alti e bassi, ma sempre con la voglia di raggiungere l’obiettivo. Oltre al valore calcistico, la nostra migliore qualità è stata la coesione del gruppo in tutti i momenti, come in una bella famiglia. Mès que un club! molto più di una squadra”.
Obbiettivi per la nuova stagione alle porte?
“L’obiettivo primario di quest’anno è rimanere in categoria e disputare un buon campionato. Il resto lo affronteremo a tempo debito. Dello Sporting Adda mi piace la capacità di creare un gruppo coeso, unito, e di avere la sensazione di essere a casa. Inoltre il centro sportivo è molto bello e attrezzato”.