Sette in condotta: Marco Materazzi
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Forse uno dei più cattivi difensori che la Serie A abbia mai visto, e nello stesso tempo uno dei più talentuosi: stiamo parlando di Marco Materazzi (19 agosto 1973).
Figlio d’arte e simpatizzante della Lazio, Marco si affaccia nel massimo campionato col Perugia nel 1997: dopo una breve esperienza nell’Everton nel 1998 (1 gol e ben 4 espulsioni!), ritorna in Umbria, dove nella stagione 2000-2001 ottiene il record di gol per un difensore della Serie A, ben 12.
Passa poi all’Inter: per sei anni però Matrix non riuscirà a diventare decisivo come nel Perugia; nella stagione 2006-2007 la svolta: Materazzi mette a segno ben 10 gol, regalando lo scudetto ai nerazzurri, grazie anche ad una sua doppietta con il Siena.
Nelle stagioni successive Marco troverà poco il campo, complici i grandi acquisti dell’Inter (Samuel prima, Lucio poi) e i molti infortuni che mineranno anche il suo rendimento: nelle sue sporadiche apparizioni però, il difensore sarà protagonista di grandi partite; è in questo periodo che Matrix costruirà il suo ampio palmares: 5 scudetti, 4 coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Champions League e 1 Mondiale per Club.
Con la Nazionale vince la Coppa del Mondo del 2006, da protagonista: con 2 gol (uno in finale con la Francia) è il capocannoniere dell’Italia al Mondiale! Ma per cosa è diventato famoso Marco Materazzi?
Andiamo con ordine: il primo febbraio 2004 a San Siro si gioca Inter – Siena. Materazzi, che non era convocato e perciò doveva essere in tribuna, scende negli spogliatoi e colpisce con un pugno il difensore degli ospiti Bruno Cirillo (sotto le immagini video): Matrix verrà squalificato per 2 mesi!
Epici poi gli scontri di gioco, molto duri, durante i derby di Milano: vittime ignare gli attaccanti del Milan, in particolare Shevchenko. Tra i suoi bersagli preferiti, c’era anche lo svedese Zlatan Ibrahimovic!
Non possiamo poi che finire con la famosa testata di Zinedine Zidane, il quale era stato provocato in questo modo da Matrix: “Preferisco la p*****a di tua sorella“.