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Talent Lost – Pasquale Luiso, il Toro di Sora che fu bomber di Coppe

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Arrivato in Serie A solo a 27 anni, lasciò segni indelebili: una sua rovesciata fece piangere il Milan, mentre col Vicenza fu leader in Coppa delle Coppe.

 

E’ arrivato il Toro di Sora: questo il soprannome che fu assegnato al centravanti Pasquale Luiso, napoletano classe 1969, che proprio con la maglia del Sora, ad inizi anni 90, si impose alle attenzioni di tutti.

Per la spiccata propensione a segnare reti di testa, il giocatore si guadagnò stima ed emblema dalla piazza: e come non dare torto ai tifosi, che lo videro segnare la bellezza di 58 gol nel quadriennio 1990-1994, con 2 promozioni (in Serie C2 e successivamente in C1).

Nell’estate del ’94, in pieno clima Mondiali americani, Luiso sbarca al Torino: con i granata non va benissimo, fa giusto in tempo a raccogliere 1 presenza in Serie A, per trasferirsi poi, nel mercato invernale, al Pescara in B dove realizza comunque 7 reti.

La prima vera stagione d’oro è quella del 1995/1996, quando l’Avellino punta tutto su di lui, che ripaga con 19 gol, che però non bastano agli irpini per evitare la retrocessione in Serie C1.

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Impossibile per lui scendere nuovamente di categoria, ed infatti ecco arrivare l’offerta del Piacenza tutto italiano, che però si apprestava a concludere l’era Gigi Cagni e cominciare una nuova pagina col neo tecnico Bortolo Mutti.

Luiso arriva per sostituire l’ex idolo Nicola Caccia, e non tardò ad entrare nel cuore dei suoi nuovi tifosi: storica la partita Piacenza-Milan 3-2, 11° giornata di Serie A ’96/’97, quando il Toro di Sora segnò un gol fantastico in rovesciata allo scadere.

Quella perla costò l’esonero all’allora tecnico uruguaiano dei rossoneri, Oscar Washington Tabarez, che il giorno dopo fu sostituito da Arrigo Sacchi.

Le reti del centravanti campano furono tutte importanti (14 in campionato), ma quelle più pesanti arrivarono a giugno (guarda caso, proprio nella sua Napoli allo stadio “San Paolo”) nello spareggio salvezza contro il Cagliari: la gara finì 3-1 per gli emiliani, doppietta di Luiso, e massima serie conservata.

Una sola stagione da protagonista in Serie A ed ecco arrivare, giustamente, una nuova importante chiamata: è l’estate del 1997, il Vicenza di Francesco Guidolin ha appena stupito tutto il paese vincendo la Coppa Italia, e si stava attrezzando per disputare la prima storica avventura in Coppa delle Coppe.

I veneti contattano il Piacenza e definiscono lo scambio Luiso-Murgita, fondamentale per il nostro protagonista.

In campionato la squadra stenta parecchio a coinciliare tutti gli impegni, mentre in Europa macina incredibili risultati: il Vicenza elimina tutti gli ostacoli (tra cui gli olandesi del Roda e gli ucraini dello Shakhtar Donetsk), con Luiso sugli scudi autore di reti importanti.

La squadra arriva in semifinale: l’avversario è il temibile Chelsea degli italiani Gianluca Vialli, Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola: la gara d’andata vede i biancorossi vincere incredibilmente per 1-0 in casa, grazie al sigillo di Lamberto Zauli.

Il sogno di un’altra finale, giusto 1 anno dopo quella di Coppa Italia, è dietro l’angolo. calcio_vicenza_luiso

Siamo al 16 aprile 1998, a “Stamford Bridge” il Vicenza passa addirittura in vantaggio proprio con Luiso, ipotecando la qualificazione.

Poco dopo, il “Toro di Sora” si vede annullare ingiustamente un gol per fuorigioco: campanello d’allarme per i londinesi, che poi avrebbero messo il piede sull’acceleratore.

Ecco quindi la rimonta decisiva firmata Poyet, Zola e Hughes per il 3-1 del Chelsea, e tanti saluti ai sogni di gloria veneti.

Luiso chiuderà comunque la stagione alla grande: 8 gol in Serie A, ed altrettanti in Coppa delle Coppe, dove si laurea capocannoniere della manifestazione 1997/1998.

Da quel momento, però, iniziò il declino della favola Vicenza: orribile la stagione ’98/’99, con la squadra sempre nei bassifondi della classifica, e Luiso incapace di incidere.

Siamo nel gennaio 1999, la società decide di cedere l’attaccante in prestito al Pescara (per lui un ritorno) dove però segna solo 2 volte in B.

Brutto pensare che poco prima era bomber europeo, e dopo si ritrovava nel torneo cadetto.

Il Vicenza retrocesse e decise di ricominciare con mister Edoardo Reja nel ’99/’00: arrivò il promettente Gianni Comandini dal Milan, ed il tecnico chiese anche la conferma di Luiso.

Il giocatore ripagò con 14 gol, grande affiatamento, e la promozione finale in Serie A: liberazione!

Ma anche nella stagione del ritorno in massima serie, Luiso perde nuovamente le gerarchie nell’attacco biancorosso e chiede la cessione.

Per lui estimatori solo in Serie B, le gesta di Piacenza e le imprese in Coppa delle Coppe ormai sembravano dimenticati da tutti.

Così nel mercato invernale del 2001 accetta il passaggio alla Sampdoria, nobile decaduta: in 6 mesi segna 10 gol ma i blucerchiati finiscono 5° in classifica restando nel torneo cadetto.

L’anno dopo va peggio, con Luiso che raccoglie 26 presenze con 3 gol, e ancora niente promozione.calcio_luiso_allenatore

Cambia la proprietà, lui rescinde il contratto ed inizia un lungo pellegrinaggio senza infamia ma neanche lodi: Ancona, Salernitana, Catanzaro, la sua Sora, Teramo, Celano, Priverno ed ancora Sora nel 2007/2008, con cui chiude la carriera in Promozione segnando 12 gol in 15 partite.

Il legame con quest’ultima è sempre forte e stabile, tanto che nel gennaio 2010 la società gli propone di diventare allenatore di una squadra, il Sora appunta, che stava lottando nelle parti bassi del campionato di Eccellenza laziale. 

I risultati sono entusiasmanti come quando era calciatore: mister Luiso prima ottiene la salvezza, e l’anno dopo addirittura la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti.

Chiude la sua prima esperienza di allenatore nel dicembre 2011, quando lascia il Sora per contrasti con la dirigenza.

Attualmente è alla ricerca di una nuova panchina: auguri Toro!

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